Fucsia, oro, trasparenze e bollicine senza ritegno. Questi gli ingredienti della mostra “Luxury of being” presentata dalla giovanissima artista mestrina Francesca Bonollo alla Galleria 3D, gestita da Cantiere Corpo Luogo.
Un'esplosione di femminilità ostentata, un elogio del lusso come forma di intelligenza superiore mostrata e dimostrata dalla donna. La capacità di saper vedere e di sapersi emozionare per il luccichio di una pietra, anche finta, gli occhi che brillano per un accostamento di colore, anche di plastica, la gioia di vedersi vestite in modo esuberante e provocante, rossetti e matite... Tutti elementi che testimoniano inequivocabilmente quanto la donna sia in grado di cogliere aspetti insospettabili della vita.
La donna “frivola” viene tolta con spontanea leggerezza dal suo ruolo di velina/letterina che appartiene ad uno stereotipo più che trito di donna oggetto, per diventare la quintessenza dell'intelligenza e della sua libertà di scegliere e di essere nel modo migliore, più bello, più luminoso.
Non senso di colpa per la propria esibizione, quindi, ma valorizzazione di sé e della propria femminilità, sottolineata dalla voce ottimista e vitale dell'artista che, come un buffo deus ex machina, accompagnerà lo spettatore attraverso il video di Andrea Giordani.
Una mostra da non perdere, in cui si sarà traghettati dalla pittura alla fotografia, dall'installazione alla grafica avvolti dal brio, dalla vitalità e dal lusso.
Cristina Fiore
Un'esplosione di femminilità ostentata, un elogio del lusso come forma di intelligenza superiore mostrata e dimostrata dalla donna. La capacità di saper vedere e di sapersi emozionare per il luccichio di una pietra, anche finta, gli occhi che brillano per un accostamento di colore, anche di plastica, la gioia di vedersi vestite in modo esuberante e provocante, rossetti e matite... Tutti elementi che testimoniano inequivocabilmente quanto la donna sia in grado di cogliere aspetti insospettabili della vita.
La donna “frivola” viene tolta con spontanea leggerezza dal suo ruolo di velina/letterina che appartiene ad uno stereotipo più che trito di donna oggetto, per diventare la quintessenza dell'intelligenza e della sua libertà di scegliere e di essere nel modo migliore, più bello, più luminoso.
Non senso di colpa per la propria esibizione, quindi, ma valorizzazione di sé e della propria femminilità, sottolineata dalla voce ottimista e vitale dell'artista che, come un buffo deus ex machina, accompagnerà lo spettatore attraverso il video di Andrea Giordani.
Una mostra da non perdere, in cui si sarà traghettati dalla pittura alla fotografia, dall'installazione alla grafica avvolti dal brio, dalla vitalità e dal lusso.
Cristina Fiore